Pensavamo di avere in portafoglio strumenti supersicuri e stragarantiti. Era stato assicurato loro che, qualsiasi cosa capitasse, alla scadenza avrebbero riottenuto almeno i soldi investiti. Oggi i possessori di polizza index linked sono invece tra i più colpiti, paradossalmente, dal tracrollo di Lehman Brothers. E’ difficile a più capire come mai a garanzia di un tranquillo prodotto di una compagnia Vita Italiana, una solida assicurazione, ci sia un bond di una banca statunitense oggi fallita. Tuttavia può accadere anche questo. Va detto, a onor del vero, che nella maggior parte dei contratti, soprattutto nei più recenti, il rischio era ben specificato. Ma non si può dire altrettanto delle vecchie immissioni.
In Italia circolano almeno una sessantina di index la cui garanzia del capitale era prestata da Lehman, che figura anche da controparte del derivato sottostante per altri contratti. E sono dunque migliaia i risparmiatori coinvolti. Tra questi c’è I.N. che si qualifica come uno sfortunato possessore di polizza Performance 7, emessa nel 2001 da Roma Vita (oggi Cnp Unicredit Vita). Dopo avere letto il comunicato di Cnp, in cui la compagnia avvisava che il 18 settembre del default di Lehman, e del fatto di non essere in grado di valorizzare le 13 polizze garantite dal gruppo Usa, il lettore ha inviato a Cnp una e-mail con richiesta di chiarimenti e ha scritto anche a “Polizze Chiare”. E’ indispettito dal fatto che la compagnia affermasse, nella comunicazione, che «tali polizze non prevedono contrattualmente alcuna garanzia di rendimento minimo o di restituzione del capitale nominale a scadenza e durante la vigenza del contratto. Pertanto il contraente assume sia il rischio di mercato, sia il rischio di credito connesso all’insolvenza Lehman Brothers».
Il caso di I.N. ha portato alla luce una problematica di cui si discuterà probabilmente molto nei prossimi mesi. In questa polizza, infatti, come nelle altre quattro elencate nella tabella in pagina ( [ndr v sub] con il codice evidenziato a fianco, visto che esistono due versioni con lo stesso nome) è prevista una clausola che potrebbe aprire la strada alla restituzione integrale del capitale da parte della compagnia. Al punto 2.1.(riportato nella prima pagina della nota informativa che si può visionare nell’archivio dei prodotti sul sito www.cnpunicreditvita.it) c’è un’esplicita frase scritta in neretto: «E’ comunque garantito che il capitale minimo liquidabile a scadenza non è inferiore al capitale iniziale». Nello stesso contratto si fa menzione (però solo al punto 3.2., dopo sei pagine dalla prima) che le prestazioni previste contrattualmente sono collegate a un titolo obbligazionario “di adeguata sicurezza e negoziabilità considerato che, in caso di inadempimento da parte dell’ente emittente di tali attività finanziarie, eventuali effetti economici pregiudizievoli sono in capo al contraente”.
Poiché le due affermazioni si contraddicono e, ai sensi del codice civile, nei contratti per adesione si applicano di norma le condizioni più favorevoli alla parte più debole, stando alla giurisprudenza, gli assicurati di queste polizze potrebbero avere buone chance di rivedere almeno i capitali investiti. Per ora da Cnp Unicredit hanno risposto al lettore ribadendo che la garanzia è prestata da Lehman Brothers. Che fare dunque ci chiede I.N.? «In primo luogo- spiega- Alessandro Pedone dell’Aduc- bisogna aspettare che alla scadenza si manifesti un’inadempienza contrattuale. Allora ci si potrà rivolgere all’ufficio reclami della compagnia. Se non si ottiene soddisfazione può rivelarsi risolutivo inviare la giuda reclamo all’Isvap (seguire la guida reclami pubblicata sul sito www.isvap.it )».
L’ultima chance sarà quella giudiziaria. Non va dimenticato, infatti, che se ci si rivolge prima al giudice non si può più percorrere la strada dell’Isvap. La resa dei conti per queste cinque polizze- tutte emesse nel 2001 e tutte garantite da bond Lehman, con buona pace del concetto di diversificazione dell’emittente- è comunque vicina; scadono tutte tra aprile e luglio 2009. La compagnia, contattata da “Plus 24”, si limita a dire che manterrà un dialogo aperto con tutti i clienti.
Nel frattempo un altro lettore di Sesto Fiorentino ci comunica di avere già mandato un esposto all’Isvap tramite raccomandata per conto della suocera 80enne, che nel 2001 ha sottoscritto la polizza Performance 8 dell’ex Roma Vita, con un premio unico pari a 30 milioni delle vecchie lire.
Ora attende una risposta dal regulator del settore.
CNP UNICREDIT
Le polizze con clausole controverse
Polizza Scadenza
Performance 5
(1605) 04/04/2009
Performance 6
(1606) 04/05/2009
Performance 7
(1607) 31/05/2009
Performance 8
(1608) 28/06/2009
Performance 9
(1609) 26/07/2009
ARTICOLO DI FEDERICA PEZZATTI TRATTO DA: PLUS 24 SOLE 24 Ore
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